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Congedo


Maggio 2022: è ormai la ardentemente anelata fine dell’anno scolastico, del mio ultimo anno qui al Liceo Galvani; presumibilmente, questo è anche il mio ultimo articolo per il Prometeo. Ho iniziato a collaborare con il giornalino degli studenti in V ginnasio, e ricordo ancora il senso di spaesamento provato nel trovarmi in un contesto del tutto nuovo, vivace, aperto, totalmente differente rispetto alla scuola media: del Galvani, in particolare, mi colpì allora l’euforico brio intellettuale, motivo delle numerose attività extracurriculari, spesso organizzate dagli stessi studenti, oltreché dei dibattiti alle assemblee d’istituto, un momento di confronto aperto e riflessione critica, ma anche di socialità e divertimento.


Poi, durante il mio terzo anno di scuola superiore, il mondo si è trovato forzatamente chiuso in casa e, con esso tutti noi, studenti e professori del Liceo.

Adempiendo all’obbligo intellettuale di una considerazione generale, ritengo si possa affermare che abbiamo superato la sfida della DaD con discreto successo, pur dovendo affrontare le varie difficoltà della situazione.

I problemi si sono manifestati in seguito, quando il mondo, fuori, credeva – e ingenuamente crede tuttora – di essersi lasciato alle spalle il peggio, dimenticando che dopo la guerra è necessaria la ricostruzione: la scuola, piano, riprendeva vita, corpo studentesco e corpo docente ripopolavano prima le aule e le palestre, poi i corridoi ed i cortili; anche il Prometeo rinasceva, grazie allo straordinario lavoro e alla tenace volontà di tanti redattori, vecchi e nuovi, che hanno deciso di rimboccarsi le maniche e di ridare agli studenti un importante strumento di espressione e di confronto. Tuttavia, non è facile liberarsi del torpore di due anni di confinamento e di assenza di vera vita scolastica: il nostro Liceo – come, purtroppo, molti altri – non ha ancora riconquistato quella vivacità che galvanizzò tanti nel momento del proprio approdo qui, prima della pandemia; almeno tre annate di galvanini non hanno avuto l’opportunità di vivere la scuola come invece molti di noi, vicini al congedo, l’hanno vissuta.


È chiaro che abbiamo ancora molta strada da fare per ridare piena vitalità al nostro Istituto, per renderlo nuovamente una seconda casa degna di questo nome. Affinché ciò divenga realtà, il Galvani ha bisogno di voi: voi, studentesse e studenti, care compagne e cari compagni di scuola, costituite l’imprescindibile ed insostituibile linfa vitale del Liceo, ed è anzitutto vostra la responsabilità di ridargli vita, di portarvi nuove idee, nuovi progetti, di arricchirne il comune patrimonio con nuove speranze, nuovi sogni, nuove preoccupazioni, rinnovata ambizione. Non nascondetevi dietro l’alibi della giovane età, dell’impreparazione: non possiamo più permettercelo.

Ormai il mio quinquennio galvanino è terminato, e ciò che rimpiango più di ogni altra cosa è proprio aver sprecato tante occasioni per restituire qualcosa in più alla nostra Scuola, che invece tanto m’ha dato; non l’ho sempre fatto, ed ora me ne pento; l’unica possibilità di “espiazione”, se vogliamo dir così, è esortarvi a fare diversamente, perché di certo oggi ne abbiamo davvero bisogno.


Non voglio dilungarmi oltre, dunque concludo ringraziando tutti coloro che ho incontrato lungo la strada: i precedenti caporedattori, che mi hanno prima arruolato, poi formato nella squadra del Prometeo; l’intera redazione, che porterà avanti il giornalino nei prossimi anni, sono sicuro in maniera fantastica; la mia classe, la III A, docenti e studenti che mi hanno dato moltissimo; infine, tutti voi, lettori carissimi, studenti del Galvani, che avete animato i corridoi, le assemblee, i laboratori, i dibattiti che ho seguito con vivo interesse ed entusiasmo negli ultimi cinque anni.

Ad astra.

Vincenzo Briguglio, IIIA


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