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Il fiore


Era un pastore e, come tale, cercava di vivere basandosi su ciò che otteneva dai suoi pascoli. I campi avevano sempre dato abbastanza e infatti la scelta di iniziare a creare un bosco nella sua proprietà sembrò, agli occhi di molti suoi pari, una perdita di tempo.


Presto si rese conto che far crescere qualcosa lo faceva sentire meglio.

Quindi si dedicò sempre di più alle piante, ancora germogli. Forse sbagliò i modi, era la prima volta che coltivava qualcosa, e cercando di affrettare le tempistiche con del fertilizzante fece morire tutti i semi.


Vedere in quello stato ciò che aveva costruito lo fece soffrire. A volte è normale vedere qualcosa a cui si è legati scomparire, ma mai avrebbe pensato che sarebbe successo in quel modo, per colpa sua.


Inizialmente non si rese conto di ciò che aveva sbagliato, dunque decise che sarebbe stato meglio tornare alle sua occupazione abituale.


E non ripensò più a questo suo fallimentare tentativo negli anni successivi. Se ne ricordò solo quando vide spuntare un germe spontaneo in quella terra che aveva abbandonato.


Questa visione lo fece provare sentimenti contrastanti. Si ricordò di quanto bene quel passatempo lo aveva fatto sentire, ma presto iniziò a sentire dentro anche una forte angoscia. Sapeva che avrebbe dovuto cercare di far nascere qualcosa con cui avrebbe dovuto fare dei tentativi. Avrebbe potuto fallire da un momento all'altro e non sarebbe stato in grado di capire il perché.


In passato aveva visto dei fiori e l'idea di avere dei fiori, i suoi fiori, lo fece iniziare a sognare.


Così, con un approccio cauto, prese ad occuparsi di quello che nella sua testa era già il fiore più bello della sua vita. Ogni giorno controllava che tutto stesse procedendo al meglio e così effettivamente era. Poi, dopo un periodo di qualche mese di cure sempre più maniacali, spuntò quello che, consultandosi con un amico, scoprì essere un bocciolo.


Vide che quello a cui aveva dedicato tutto se stesso stava ricambiando i suoi sforzi. Se inizialmente fu percorso dall'euforia, si rese conto che prima o poi il fiore sarebbe morto. Tutto l'amore che aveva già riposto sarebbe andato perduto. Ma questo lo aveva già provato e sapeva come affrontarlo.

Ciò che lo lasciò sconvolto fu l'idea che non appena avesse accettato l'amore del fiore ne sarebbe diventato dipendente. Ma sapeva che non sarebbe potuto durare a lungo.


Capì di trovarsi davanti un bivio. Far morire il bocciolo o vedere il fiore, viverlo, e vederlo morire. Analizzò a lungo tutti gli aspetti, negativi e positivi. Ogni volta che pensava alla questione soffriva, dunque decise di lasciare fosse la sorte a prendere il ruolo di giudice.


Si mise di fianco al bocciolo ormai prossimo a fiorire e si impose di scegliere definitivamente sul da farsi.


Lanciò una moneta, ma non guardò mai l'esito del sorteggio. Mentre la moneta volteggiava in aria, prese dalla sua giacca delle forbici e tagliò di netto lo stelo.


Scoppiò a piangere. Ma in quel momento realizzò qualcosa: il dolore non era per la morte di ciò che amava ma per la scelta di non farsi più amare.



Luca Caporale, 4°L


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