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COME COMBATTEREMO IL CANCRO: la grande guerra della medicina del futuro



Ogni anno, moltissimi ricercatori di tutto il mondo impiegano tempo ed energie per trovare cure efficaci per i vari tipi di tumori conosciuti dalla medicina. Ma a che punto siamo?

Una delle ipotesi che potrebbe portare a risultati efficaci è quella basata sull’eliminazione delle cellule tumorali dall’organismo. In questo senso, le nanotecnologie potrebbero aiutare: si comincia a parlare di Cancer Busters, dei nanostrumenti in grado di attaccare le cellule tumorali, distruggendole fino alla loro eliminazione completa. La differenza con le terapie usate oggi per aggredire i tumori, come la chemioterapia o la radioterapia, è sostanziale: infatti questi Cancer Busters sarebbero programmati per riconoscere le cellule tumorali ed intervenire unicamente su quelle, evitando così gli effetti collaterali sofferti oggi dai malati.

Si continua poi a parlare di immunoterapia: si tratta di farmaci antitumorali che agiscono per impedire alle cellule interessate di camuffarsi e di nascondersi, affinché possano essere riconosciute e attaccate del sistema immunitario. I farmaci immunoterapici sono già una realtà e vengono usati per i tumori che rispondono meglio, come nei tumori di polmoni, vescica, mammella e melanomi. L’obiettivo è quello di potenziare il più possibile queste tecniche, in modo da renderle efficaci anche sui tumori più insidiosi.

Esistono anche le CAR-T cells, ovvero dei linfociti della famiglia T che vengono modificati in laboratorio in maniera tale che attacchino specifiche cellule tumorali. Negli USA ed in Europa, è stato approvato dalla FDA (Federal Drug Administration) e dall’EMA (Agenzia Europea per Medicinali) l’utilizzo delle CAR-T cells per il trattamento delle leucemie a cellule B. Questo trattamento appare molto promettente grazie alla sua efficacia e ai limitati effetti collaterali, tanto che potrebbe diventare lo standard of care per molte patologie neoplastiche ematologiche.

Si può parlare anche di epigenetica, che, in maniera molto schematica, possiamo definire come alterazioni cellulari che modificano il grado di attivazione dei geni, senza però modificarne la sequenza. Infatti, i farmaci epigenetici agiscono su proteine o complessi che regolano l’espressione genica. Questo tema è relativamente nuovo, ma ha già catturato l’attenzione di molti ricercatori.

Migliorare i farmaci antitumorali non vuol dire aumentare per forza la loro efficacia: è importantissimo, infatti, limitare i loro effetti collaterali. Ciò che si sta facendo ora è migliorare i farmaci già esistenti per renderli più specifici e meno dannosi per l’organismo. Negli ultimi decenni, sono stati compiuti enormi passi avanti in questo campo e tutte le opzioni terapeutica sopra citate ne sono un esempio.

Tuttavia, non esisterà mai una “pillola magica” in grado di curare tutti i tipi di tumori. Ed è proprio per questo che i medici e i ricercatori indagano sulle diverse soluzioni al multiforme problema del cancro. Contro “i cancri” è necessario investire nella migliore ricerca scientifica.


Giulia Corvino, 4°I


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