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COME L’ALIMENTAZIONE INFLUENZA IL NOSTRO FUTURO


Come disse Winston Churchill: "Meglio prendere il cambiamento per mano prima che ci prenda per la gola".

Tuttavia, una tenaglia sempre più stretta rischia di strangolare in modo irreversibile il nostro futuro: la minaccia del cambiamento climatico. Come ben si sa, molte delle nostre azioni quotidiane potrebbero dare un contributo fondamentale al rallentamento di questa pericolosa prospettiva e, fra queste, un peso importante potrebbe avere un cambio di abitudini nella nostra alimentazione.

Il rapporto tra cibo, ambiente e salute è più stretto di quanto si possa pensare: non a caso, il secondo punto previsto dall'Agenda 2030, redatta dall'ONU, ha l'obiettivo di "eliminare la fame, garantire la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un'agricoltura sostenibile". Ciò che fa ben sperare è la progressiva acquisizione di consapevolezza degli Stati riguardo a questo tema. In particolare, il 23 settembre 2021 si è tenuto a New York il primo Vertice sui Sistemi Alimentari, che ha fatto il punto sulle tecniche e sui metodi di produzione, trasformazione e consumo degli alimenti e ha definito le linee d'azione future per la creazione di un sistema alimentare globale più sostenibile. Tale summit riflette la volontà di agire e la consapevolezza di questo problema che si è già consolidata nei vari Stati del mondo e, per ciò che ci riguarda più da vicino, nell'Unione europea. Infatti, in una comunicazione del 20 maggio 2020, la Commissione europea ha definito la strategia "Dalla fattoria alla tavola", che si propone di raggiungere obiettivi quali la riduzione del 50% dell'uso di pesticidi e di almeno il 20% dell'uso di fertilizzanti, oltre che la conversione di un quarto dei terreni agricoli dell'Unione all'agricoltura biologica.

Nell'ambito dell'industria alimentare, è stata prestata particolare attenzione allo spreco di cibo e sono state adottate molte misure per evitare questo fenomeno, soprattutto su piccola scala, ad esempio con la creazione di applicazioni che consentono l'acquisto di prodotti prossimi alla data di scadenza, ma ancora consumabili.

Tuttavia, al di là delle strategie intergovernative, i consumatori hanno un ruolo importante - se non fondamentale - da svolgere attraverso le loro scelte quotidiane e il cambiamento dei modelli di consumo. Negli ultimi tempi, sempre più persone sono diventate consapevoli dello stretto rapporto tra cibo e ambiente e la maggioranza delle persone ha iniziato a fare scelte più responsabili, soprattutto evitando il consumo massiccio di carne e scegliendo prodotti biologici e a chilometro zero. Solo in Europa, tra il 37% e il 52% dei consumatori evita di mangiare carne per motivi ambientali e tra il 32% e il 59% cerca di sostituire le proteine animali con quelle vegetali. Grazie anche alla crescente attenzione ai temi della salute e della sostenibilità derivanti dalla pandemia, si prevede che il mercato dei prodotti biologici in Europa fino al 2025 crescerà con un tasso annuo compreso tra il 6,7% e il 7,6%, circa tre volte il tasso di crescita previsto per i consumi alimentari in generale.

La consapevolezza del problema è quindi un elemento di speranza, poiché la produzione, la lavorazione e il consumo di cibo influenzano quasi ogni aspetto della nostra vita: attraverso piccole azioni, che ognuno può mettere in atto, e attraverso la sensibilizzazione, potremmo davvero contribuire a un cambiamento decisivo per il futuro del nostro pianeta.


Camilla Roveroni, 5C


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